10.10.13

Faccia a faccia con la Crisi

Questo sarà un post un po' diverso. Per questa volta accantono per un attimo Bruxelles per affrontare un argomento difficile, doloroso, e complicatissimo da scrivere. Ma sento che ho bisogno di parlarne perchè condividere opinioni è il miglior modo per capire i problemi. Voglio parlare della crisi. Già la crisi. Ma cos'è poi, sta crisi? Sembra tanto un'entità oscura, che vola sulle nostre teste e ci accalappia tutti. Perchè ne voglio parlare? Perchè per la prima volta ho DAVVERO visto la crisi. E l'ho capito discutendone con i miei compagni di corso, qui a Bruxelles. E mi è venuto un groppo in gola.
Si parla tanto di crisi in Italia. Tutti si lamentano, a ragione ovvio. Non c'è lavoro. Non ci sono soldi. Non ci sono pensioni. La crisi ci sta portando via tutti i nostri sogni, tutte le nostre speranze. Costretti ad espatriare per tornare a sperare, le nuove generazioni si sentono perdute, e si chiedono: perchè proprio a me? In Italia c'è la crisi. Lo si capisce dall'abbassamento di stipendi, dai continui tagli, dai numerosi licenziamenti, dalle pensioni inesistenti, dalle assunzioni azzerate, dai lavori sottopagati, dagli stage non retribuiti. Dai sempre più frequenti saldi nei negozi, dalle riduzioni dei prezzi dei ristoranti, dal rinunciare ad andare in vacanza. In Italia c'è la crisi. Su questo non ci sono dubbi. Ma parlando con compagni spagnoli e greci, mi sono resa conto che noi italiani siamo ancora sul pezzo di legno in mezzo al mare a chiamare i soccorsi, mentre loro sono già affondati col Titanic.
I racconti della situazione in Spagna, dove le mense scolastiche fanno gli straordinari perchè il pranzo è l'unico pasto che molti di quei bambini hanno al giorno. O quelli della situazione in Grecia, dove la gente muore di cancro perchè non ha i soldi per pagarsi le cure perchè lo Stato non può più provvedere, dove la gente non riesce più a pagare la legna per il camino e brucia il tavolo di cucina per sopravvivere. Ad Atene, la via principale dei negozi, un tempo viva e piena di gente, è deserta. Tutti i negozi sprangati, cosi come i bar, i ristoranti, i teatri. Ascoltando questi racconti ho sentito stringersi il cuore. La crisi ha colpito tutti, anche l'Italia. Però se si passeggia per le vie delle principali città italiane non si vede desolazione. Non si respira, di fatto, la Crisi. Negozi sempre aperti, bar e strade sempre pieni di gente. Forse non come una volta, ma la disperazione non è cosi tangibile e lampante.
In sostanza, la crisi ha colpito tutti, ma credo che la situazione in Grecia sia tremenda. Con questo non voglio dire che in Italia non lo sia, ma possiamo ringraziare di avere ancora i sussidi medici dallo Stato e la possibilità di prendere un caffè. Sentire quelle storie dalla bocca di chi realmente le vive, è ancora più angosciante che sentirle in tv. Perchè la tv rende sempre tutto più distante, come se quello che sta succedendo fosse in un altrove che non ci appartiene. Ma sentirlo dalle parole di un ventenne lo rende vero, credibile. Non è più confinato sullo schermo ma ti siede accanto, e i suoi problemi sono i tuoi. Non ti lascia più indifferente, ma partecipi al suo dolore, vedi i suoi occhi lucidi mentre parla, vedi l'amore che celano per la propria patria e il sacrificio che hanno fatto per andarsene. Tutto questo non lo vedi dalla tv. E ti rendi veramente conto di quanto la Crisi abbia devastato gli animi e non solo le nazioni. E capisci di non essere solo, su questa barca pronta ad affondare. C'è chi sta peggio di te. Non lo credevi possibile, ma c'è.
Dove trovo la crisi? Eccola, è seduta proprio accanto a me. Prende le sembianze di una ragazza bruna, occhi e carnagione ambrata, e di un'altra, bruna anch'essa, ma con gli occhi verdi. E poi quell'altra, un po' bassa, con la pelle di porcellana e i grandi occhi scuri pieni di speranze. E' seduta un po' scomposta, prende appunti, gioca con la penna. La crisi la si sente in tv ma la si vede per strada e la si conosce sui banchi di scuola. Ed è uno shock quando lo si realizza. Ma ci si sente anche più solidali gli uni con gli altri. Si cerca di combatterla come si può. E credo l'unica via per noi giovani nati e cresciuti sotto la crisi sia continuare a sperare in un futuro migliore per i nostri Paesi, e continuare a lavorare su noi stessi, noi, generazione expat.

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