18.12.13

I belgi e il Natale

In Belgio, come nel resto del nord-Europa, il Natale è una tradizione, che si celebra ogni anno con i mercatini sparsi per tutto il centro della città. Qui a Bruxelles i mercatini sono iniziati l'ultima settimana di novembre, e la città è esplosa di luci natalizie ed eccentriche installazioni. La Grande Place ospita un enorme e bellissimo albero luccicante, e il profumo di cannella e cioccolato che si odora per le strade mi rende euforica come una bambina.

19.11.13

Car-pooling. Ossia viaggiare in macchina con sconosciuti

Inizio la mia settimana nel migliore dei modi, poichè sono reduce da una due-giorni in Deutschland <3 
Era troppo tempo che non ci tornavo (da agosto) e sentivo davvero la necessità di un break out da Bruxelles e dagli studi per concedermi un dolce weekend di far niente e enjoy la mia Tedeschia e il mio tedesco.

10.11.13

Weekend a letto

Lunedi mattina: filmare sotto la pioggia + videocamera che pesa più di me + inizio di raffreddore = trascorrere il weekend a letto -.-
Tra poco inizierò la serie "weekend", visto che parlo sempre solo di quello. Comunque, la settimana passata è stata un inferno, ed è con gioa che la dico passata. Il mestiere del giornalista a volte è duro, e mi fa rimpiangere di non essere direttore di banca. Specialmente se si è freelancer, come si dice, ogni lasciata è persa. Dunque, ma andiamo a filmare sotto il nubifragio l'evacuazione degli homeless dall'edifico di Botanique, trascinandosi l'attrezzatura in lungo e in largo per la città e su e giù dalla metro! Decisamente la camerawoman non è il mio mestiere. E tanta tanta solidarietà e stima per la mia prof che è magra come un giunco e fa la video reporter.

3.11.13

Weekend di relax

Questo weekend mi sentivo piuttosto lazy. L'uragano che doveva abbattersi su Bruxelles e mietere morti come in Inghilterra e in Germania non si è visto, e siccome avevo un po' più di tempo libero del solito e dovevo riprendermi dalla notte di Halloween (a proposito, ma a Bruxelles sanno cos'è?? i bambini guardavano sconcertati le mie corna e il mio forcone -.-), mi sono data al relax.

27.10.13

Sabato a Bruges

Lo scorso weekend il DF (Deutscher Freund) ha lasciato la fredda Germania per fare una capatina a Bruxelles, così l'ho portato a visitare Bruges. Precisando il fatto che abbiamo beccato l'unico giorno di acquazzone -.-, la gita è stata carina, e il mal tempo ci ha risparmiato almeno la prima metà della giornata.

22.10.13

L'eterogeneità dei Paesi Europei

Tutti i Paesi sono insoddisfatti della loro "unificazione". In Italia ormai le discussioni Nord-Sud vanno avanti da decenni, chi vuole dividere l'Italia in due come la Corea, chi si batte per tenerla unita, insomma, la situazione italiana la conosciamo bene. Le differenze nord-sud sono inevitabili in una nazione che al momento dell'unificazione appariva meno aggregata e più pluriculturale che mai. Ma non pensiamo che l'Italia sia l'unico esempio di nazione "spezzata in due". La diversità è ovunque. Ed è interessante scoprirlo semplicemente con uno scambio di opinioni tra compagni di classe.

16.10.13

Impressioni del 1° mese a Bruxelles

Mi trovo a Bruxelles da un mese. Non è esattamente come me la aspettavo. Essendo una città del nord Europa, come tale è un po' (ma non molto) diversa dai Paesi del Sud Europa. Non molto però. Una volta a Bruxelles non pensate di trovarvi nella tipica nazione nordica, come potrebbero essere la Germania, l'Inghilterra, l'Olanda. Bruxelles (e dico solo Bruxelles, attenzione, non dico Belgio) è una città a parte.

13.10.13

Sperimentare la vita da Amish

E' da circa una settimana che a casa nostra si vive come in Africa. Nel senso che non abbiamo il riscaldamento, nè l'acqua, nè l'elettricità. Ci stiamo congelando senza cibo caldo nè acqua, però mi sento l'animo ripulito. Di tanto in tanto fa bene depurarsi dalla società moderna, piena di comfort inutili, e riscoprire la vera essenza del vivere. Mai come in questa settimana mi sono avvicinata allo spirito amish.

10.10.13

Faccia a faccia con la Crisi

Questo sarà un post un po' diverso. Per questa volta accantono per un attimo Bruxelles per affrontare un argomento difficile, doloroso, e complicatissimo da scrivere. Ma sento che ho bisogno di parlarne perchè condividere opinioni è il miglior modo per capire i problemi. Voglio parlare della crisi. Già la crisi. Ma cos'è poi, sta crisi? Sembra tanto un'entità oscura, che vola sulle nostre teste e ci accalappia tutti. Perchè ne voglio parlare? Perchè per la prima volta ho DAVVERO visto la crisi. E l'ho capito discutendone con i miei compagni di corso, qui a Bruxelles. E mi è venuto un groppo in gola.

4.10.13

Cose che mi mancano

Generalmente mi adatto senza problemi al cibo e alle abitudini del posto in cui mi trovo, non sono una di quelle persone che si portano dall'Italia il ragù o le forme di parmigiano in valigia. Lo trovo un po' estremo. Sebbene ami la cucina italiana, mi allieto col cibo del posto, che quasi sempre si rivela una scoperta. Ma ci sono delle cose, poche cose, delle quali sento davvero la mancanza certe volte, e mi prende un po' di nostalgia. Oggi è una di quelle volte. E mi sono ritrovata a sentire la mancanza anche di cose tedesche, che si sono rivelate essere di più di quelle italiane. La Germania mi ha proprio stregato.

28.9.13

5 random fatti strani su Bruxelles

Si sa, in ogni città in cui si va ci si deve adattare alle usanze e alle stranezze del posto. Bene, ecco 5 fatti che dovete sapere su Bruxelles se avete intenzione di trasferirvi.

21.9.13

Cercare (e trovare) casa a Bruxelles

Innanzitutto, cercar casa è un atto indisponente, stressante, e frustrante. Ovunque e comunque. Fatta questa fondamentale premessa, io posso parlare della mia esperienza immobiliare a Bruxelles, che vi assicuro è stata tutt'altro che una gioia. Che cosa fare dunque? Dove cercare, come cercare, cosa cercare?

15.9.13

L'arte del fare la valigia

Fare la valigia è un'arte. Davvero. Una valigia ben fatta ti salva letteralmente la vita. Ricordo ancora i bagagli preparati per l'Inghilterra: 2 valigie enormi da 23 kg l'una e un bagaglio a mano da 22 kg. Praticamente sembravo una profuga. Come se non bastasse, due valigie da 20 kg spedite post-partenza. Migliaia di acquisti in loco (perchè vuoi non fare shopping nei negozi inglesi?), con la prevedibile conseguenza che delle cose portate da casa ne avrò usate si e no la metà. Per concludere, avevo comprato talmente tanta roba (per farvi capire, 20 paia di scarpe, oltre alla ventina portata da casa) che ho dovuto comprarmi un'altra valigia e in più spedire un pacco da 30 kg in Italia.
Bene, tutto ciò, ho capito dopo, è da malati di mente. Ecco dunque, dopo vari viaggi e tentativi, come la mia valigia si è modificata in 2 anni.

10.9.13

Bonjour, Bruxelles

Bis bald Deutschland, Bonjour Bruxelles.
Ho lasciato la Germania, si. Non per sempre, alles klar, ma è tempo di sorvolare nuovi lidi, e inseguire il mio sogno di diventare una giornalista. La mia storia d'amore con la Germania non finisce qua (c'è sempre il DF-Deutscher Freund da andare a trovare), si iberna solamente, per la precisione per un anno, periodo in cui la mia residenza è spostata a Bruxelles, dove frequenterò un master in giornalismo europeo.
Nuovi racconti di vita, dunque, di vita belga. Nuove storie, nuovi personaggi, nuovi luoghi. Per ora faccio le valigie (a presto un post ad hoc), poi...ci si vede a Bruxelles ;) 

17.8.13

Mare in Germania? Si, con Jessica Fletcher

Ok, non avrei mai pensato di dirlo, ma in Germania sto morendo di caldo. E l´unico rimedio al caldo e´ un bel bagno gelato nel Mar Baltico. Si, avete capito bene: BAGNO nel MAR BALTICO. Temeraria? Non poi cosi tanto. L´acqua e´ si piu´ gelida del Mediterraneo, e si mi ci vogliono 45 minuti per decidermi ad entrarci, ma alla fine non e´ affatto male. E devo confessare una cosa: amo il mare in Germania piu´ di quanto lo ami in Italia. Dopo questa frase scellerata, motivo la mia opinione.

12.8.13

Hanse Sail 2013: per mare con Jack Sparrow

Dopo 4 giorni di Festival ho l´ardente desiderio di legarmi una bandana in testa, sguainare una sciabola e salpare con i Vichinghi insieme a Jack Sparrow. Ok, io mi lascio sempre trascinare un po´ troppo, ma l´Hanse Sail di Rostock e´ il paradiso per me, che sin da piccola volevo fare la corsara.

5.8.13

La lingua tedesca, questa ostica

La lingua tedesca mi sta creando non pochi problemi. L´ennesima conferma l´ho avuta la scorsa settimana, primo giorno di lavoro in una catena di hamburger a domicilio, quando per tutto il tempo ho confuso i salat-gurke, i cetrioli freschi, con i saure-gurke, i cetrioli sott´aceto, invertendoli puntualmente in ogni burger. Questo mi ha portato a fare una lista di tutte quelle parole tricky della lingua tedesca, che sembrano una cosa ma ne significano un´altra, non vi e´ mai capitato di fare confusione?

30.6.13

Scuola tedesca in Italia?

Il mio amore per la Germania e tutto ciò che con essa ha a che fare sta pian piano diventando uno stile di vita. Se da piccola nel mio inconscio sapevo di appartenere più a quella cultura che a quella italiana (grazie alle storie, favole, racconti, tradizioni tedesche che mi affascinavano) ora ne sono davvero convinta.

23.6.13

Perle nascoste della cucina tedesca

Lo sanno tutti ed è riconosciuto in tutto il mondo: la cucina italiana è da sempre nell'Olimpo delle cucine. Amata da tutti, imitata da tanti (con successo da pochi), la cucina mediterranea manca sempre tanto all'italiano che si trova all'estero. L'italiano in questione, expat per scelta o per necessità, si trova ogni giorno di fronte al dramma del "cosa metto sotto i denti in questo posto?": i più sprovveduti (e forse anche coraggiosi) si intestardiscono sul voler mangiare italiano, scoprendo poi con amara tristezza che il cibo italiano servito all'estero di italiano non ha proprio niente. E c'è chi, invece di rassegnarsi a ingurgitare una carbonara fatta con formaggio e prosciutto, si lancia sulla cucina del posto. Bene, quest'ultima è senz'altro la soluzione migliore. Non solo perchè si assaggiano i cibi degli altri Paesi, ma perchè ci si scopre ad apprezzarli davvero.

27.4.13

Quei pregiudizi che fanno male

Negli ultimi articoli ho voluto ironicamente descrivere i tedeschi e gli stereotipi ad essi legati. Più o meno veri, più o meno spiritosi. Ognuno nasce con dei pre-giudizi dovuti alla società della quale fa parte, giudizi che si tramandano di generazione in generazione e che mai nessuno bene o male smentisce mai. Sono quei giudizi che ci accompagnano spesso per tutta la vita, e possono essere totalmente ridicoli, leggende metropolitane o avere un fondo di verità. Fintanto che si scherza, che si ingigantisce una peculiarità, gli stereotipi fanno sorridere chi li ha e chi li subisce. È nel momento in cui tali stereotipi si trasformano in veri e propri danneggiamenti e offese che si capisce l’ignoranza di una persona.

"Italiano? Mamma mia!"

Come ogni Paese che si rispetti anche la Germania ha i suoi belli stereotipi sull’Italia. Ci eravamo più o meno abituati a quelli inglesi, popolo che ti guardava con il naso all’insù e ti ricordava ogni volta quanto loro fossero polite e quanto tu invece cafone. I tedeschi sono più pittoreschi.

Come essere un tedesco doc in 10 semplici mosse

Progettate un viaggio in Germania? Ecco le linee guida da tener presente quando ci si approccia al mondo teutonico (e non dite che non vi ho avvertiti).

Aspettando Santa Claus con i dolci nelle scarpe

Se pensate che l’inverno torinese sia rigido, non avete mai provato quello tedesco. Se, ingenuamente, avete creduto di essere avvezzi al freddo sabaudo, in fondo, diamine, siete figli delle Alpi, da bambini avete sempre fatto il pupazzo di neve e mangiato castagne, lo sci è il vostro primo sport, la pozza d’acqua dietro casa vostra si gela sempre a Natale, bene, se in seguito a tutto ciò avete presuntuosamente deliberato che in Germania avreste indossato al massimo una sciarpa più pesante, siete degli illusi.

Germania, dove comandano le donne

È dal Windows 8 nuovo di zecca che scrivo questo articolo, in quanto tra i tanti benefits dell’essere studente in Germania c’è anche quello di poter installare gratuitamente i nuovi software. E così ora mi ritrovo con un tablet al posto di un pc e senza aver sborsato un soldo.

Germania, questo non è un Paese per vecchi

“Ogni qualvolta m’accorgo che mi si va formando intorno alla bocca una piega arcigna [...] allora giudico che sia giunto il momento di andare per mare il più presto possibile”. 

Così recita il narratore di Moby Dick e così da un po’ di tempo a questa parte mi sento io. Nel momento in cui ho realizzato che mi stava venendo un ghigno sulla faccia e che non sopportavo più la gente ho deciso di prendere il largo. Solo che alla barca ho preferito l’aereo. E quindi eccomi in Germania, più precisamente a Rostock, città nel nord del Paese a metà strada tra la Danimarca e la Svezia, e sono qui da abbastanza tempo (circa 3 settimane) per fare un po’ di umilianti confronti con il Bel Paese.

Cosa mi ha dato l'Erasmus?

Son passati circa tre mesi dalla fine del mio periodo Erasmus e dal mio ritorno (più o meno traumatico) in patria. Nella patria di sempre. Con i problemi di sempre. Con i luoghi di sempre. Eviterò di raccontare di come i miei giorni si susseguano pressoché uguali l’uno all’altro, dove il perdere le chiavi di casa sia l’avvenimento più rilevante dei miei ultimi 20 giorni.  Eviterò di sottolineare come qui in Italia anche il cercare un libro in biblioteca sia un’impresa alla stregua delle 12 fatiche di Ercole. Eviterò di non fare confronti tra le opportunità che i giovani hanno e la serietà con la quale sono trattati in Inghilterra e gli ennesimi tagli all’istruzione del governo italiano.
Eviterò, dunque, tutto ciò, per concentrarmi invece sulla domanda che ogni ex-Erasmus si è sentito chiedere e che, inevitabilmente, si chiede da solo: cosa mi ha dato l’Erasmus?

Goodbye, Univeristy of Warwick

Ed ecco che il mio anno all’Università di Warwick è giunto ad una fine.
Fine tanto rimandata ma purtroppo arrivata. Non mi resta dunque che dare l’ultimo degno saluto a questo mio Erasmus.

The Queen's Diamond Jubilee, 1952-2012

E dopo il viaggio in autostop ad Amsterdam e il concerto dei Coldplay a Coventry, augurare lunga vita alla Regina era il minimo. Così anche noi, da bravi sudditi inglesi, ci siamo uniti alle celebrazioni per il 60° Anniversario di Regno di Sua Maestà Elisabetta II, in occasione del quale è da circa un mese grande festa in tutta l’Inghilterra.

Londra-Amsterdam in autostop

600 km36 ore“0″ soldi. Ce la fai ad arrivare ad Amsterdam?
Si può essere tanto folli da accettare? Noi lo abbiamo fatto. E sabato 5 alle 9 del mattino siamo partiti, zaino in spalla, da Coventry, destinazione Amsterdam.

"Prof. I'm Erasmus!"

Tempo di esami, saluti e partenze, all’Università di Warwick. Per molti Erasmus, infatti, è giunto il tempo di tornare alle proprie regolari esistenze in patria, dopo 6 intensi mesi di vita da favola. Perchè diciamoci la verità: gli Erasmus si divertono. E non poco.

La perfetta globetrotter e l'irlandese che conosce il piemontese

E finalmente… reading week! Ovvero, settimana di stacco dalle lezioni. E stacco vuol dire riposo, riposo vuol dire tempo libero, tempo libero vuol dire viaggiare. Da quando sono qui all’Università di Warwick il mio lato globetrotter si è sbizzarrito in mille diverse destinazioni, cosicché ho maturato una certa conoscenza su usi e costumi degli individui che popolano le lande britanniche e non solo. Dopo aver calpestato Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda, posso stilare una rudimentale lista di cose da sapere quando ci si approccia a tali realtà.

Il vero significato dell'Erasmus

Ora che finalmente nevica anche quassù in Inghilterra posso dire di essere davvero felice. La candida neve non imbianca più solo i monti torinesi o i colli romani, ora anche il campus dell’università di Warwick è ricoperto da un generoso strato di pura neve, cosa che mi fa letteralmente andare fuori di testa.

Inghilterra, dove l'istruzione non è uguale per tutti

Quando dici Inghilterra dici benessere. Dici pari opportunità. Dici legge uguale per tutti emeritocrazia e istruzione prima di tutto eccetera eccetera. Ma sarà poi vero del tutto? Da quando sono qui mi sto accorgendo che non è proprio così.

La faccia oscura del sogno Warwickiano

Ed è già ora di ripartire. L’epifania, che tutte le feste si porta via, fa traslocare anche me e il mio ingombrante bagaglio per trasportarmi nuovamente, dopo la breve pausa natalizia in Italia, in quel di Coventry, dove mi attendono le lezioni del secondo semestre e gli esami di metà anno.

So this is Christmas...

È arrivato il Natale, all’Università di Warwick. Più o meno da due mesi. Eh già, qui partono per tempo con i festeggiamenti e le illuminazioni per il 25 dicembre, tanto che già il 4 novembre ci si ritrova a partecipare alla parata natalizia. E da lì si può solo degenerare.

Spaghetti e mandolino: i luoghi comuni degli inglesi

Una sera ero al pub con degli amici e mi è capitato di scambiare due parole con un ragazzo. Quando, in risposta alla sua domanda, ho detto che ero italiana, ho visto spegnersi sul suo volto ogni tipo di espressione. Dopodichè, si è girato dall’altra parte e mi ha allegramente ignorata. Ferita nell’orgoglio e intollerante al trattamento ricevuto, ho deciso di non demordere e di provare ad avere un dialogo con quello strano individuo, così mi sono inserita nella conversazione, e gli ho chiesto lui da dove venisse. Con un chiaro sforzo sovraumano mi ha sibilato: “Nottingham”. Ah, ecco, si spiega tutto.

"Papà, da grande voglio fare il Presidente"

È ormai da due mesi che seguo i corsi qui all’università di Warwick, ed è giunto il momento di fare qualche raffronto, di quelli cinici che piacciono tanto a me. Innanzitutto, la prima cosa fondamentale da sapere sull’università inglese, è che è completamente diversa da quella italiana.

Quando il gatto non c'è (più) i topi ballano in Inghilterra

Che dire, è finita. O almeno, così sembra. Finita l’Era Berlusconi. Incredibile.
Ma se in Italia c’è chi festeggia ubriaco la liberazione per le strade e davanti al Quirinale, o chi si dispera inneggiando alla fine della sovranità popolare, in Inghilterra, come è stata accolta la notizia?

Take it easy: la filosofia inglese

È ormai passato un mese da quando mi trovo qui in Uk, e posso dire di aver cominciato ad entrare pienamente nel mood inglese. Mi sto pian piano abituando alle loro stravaganze e alla loro guida al contrario (a causa della quale prima, invece, rischiavo il trapasso a miglior vita ogni volta che mettevo il naso fuori di casa), e sto onorando a dovere le loro festività e tradizioni.

Saltare il pranzo e cenare alle 18: ecco come sopravvivere in Inghilterra

Come più volte ripetuto, gli inglesi hanno un modo tutto loro di vivere. E non hanno assolutamente intenzione di cambiarlo. Non resta dunque, a noi poveri tapini italiani che ci sottomettiamo a tutto, che sottostare alle loro abitudini. Iniziamo col dire che il loro stile di vita è di per sé una contraddizione.

"Are you italian?" quelle strane abitudini degli inglesi

Qual è la cosa di cui si sente più la mancanza all’estero? Da italiana, non può che essere la buona cucina. E quando un inglese vuole avere la presunzione di cucinarti la pasta, allora capisci che è arrivato il momento di rimboccarti le maniche, legarti un grembiule in vita, e buttare gli spaghetti.

"Pensavo che l'Italia mi sarebbe mancata di più, invece..."

Sono trascorse due settimane dal mio arrivo a Warwick ma mi sembra di essere qui da una vita. È una strana sensazione, perché invece credevo che mi sarebbe mancata di più l’Italia. Ogni giorno entro sempre più in sintonia con questo posto. Tutto qui è più semplice. A cominciare dalla lingua.

Innamorarsi a Coventry

Ok, sono ufficialmente innamorata. Di un luogo. È forse possibile? All’inizio credevo fosse solo l’euforia del cambiamento, ma ora, a distanza di una settimana, mi rendo sempre più conto che qui potrei viverci per sempre.